PUBBLICAZIONI
FUORI COLLANA
...'sto strofal ga fato un remitur! di Mario Manfio |
Amore per la propria realtà presente e per la parola del passato sembra essere la motivazione di fondo che ha spinto Mario Manfio a ricordare e a far ricordare al pubblico alcuni termini del dialetto triestino ormai desueti, ed in parte poco comprensibili. Nulla più del dialetto, la lingua della comunicazione e dello scambio immediati da il senso della continuità e nello stesso tempo della sparizione e del mutamento di una comunità.
Quando poi ci si trova a fare i conti con espressioni ancora vive per alcuni anziani specie se enfatizzate da una densità emozionale che le rende intuibili, ma a noi estranee, subentrano il sorrìso, ed alla fine l'incomprensione e l'abbandono, mentre nuovi inserimenti si infiltrano, si adattano o si plasmano pescando dall'attualità del vissuto.
Su un mannello di vocaboli desueti si è fermato l'autore, direi affettuosamente, anche se il titolo dimostra, con la dose dell'ironia propria della parlata dialettale, una certa reverenzialità, tant'è vero che il titolo originario del libretto avrebbe dovuto essere in latino: Maiorum sermo.
L'atteggiamento colloquiale nell'esposizione della materia, di note e riflessioni, ci dice anche l'intenzione dell'autore, di semplice richiamo, non già di trattazione scientifica, anche se si compiace più volte di riferirsi con familiarità al "Doria" ed alla glottologia, dando per noto all'universo mondo dei suoi lettori l'autorevolezza del dizionario del dialetto triestino.
Dietro il quale dobbiamo riconoscere parecchi decenni di ricerca del prof. Mario Doria, nel contesto di una scuola che, risalendo nel tempo, rimanda ad Alfonsina Braun, e agli studi di grammatica storica e di dialettologia, glorie serie del nostro Ateneo.
Nel volumetto i lettori troveranno invece di che divertirsi e soddisfare la propria curiosità. I termini e le espressioni citate sono perlopiù contestualizzati o spiegati e tradotti, ma non sempre, lasciando margine all'intuizione. E troveranno l'invito a riflettere sullo spessore economico e sociale di riferimento, di che cosa sul totale del dialetto parlato dagli anziani, anzi dagli antenati, è andato perdendosi e snaturandosi.
In fondo, a guardare bene il materiale presentato, si tratta di termini di provenienza diversa, spesso appartenenti al mondo contadino, subentrati in momenti diversi, per l'apporto di chi e quando non ci viene detto, e comuni ad altri dialetti del territorio. Ma non è il triestino il dialetto attestato per la nascita di un grande porto di mare con genti provenienti da ogni dove mediterraneo e parlato da tutti i ceti sociali? Sono cose che l'autore non ha voluto dire, perché il volumetto nato "zugatolando" con le parole vuole collocarsi con la sua agilità nel genere della letteratura di consumo e di passatempo sollecitando la curiosità. Ma per la curiosità si può ben vedere di ricostruire un tassello della storia della città. Per intanto buon divertimento.
Edda Serra
Mario Manfio è nato a Trieste il 25 marzo 1938. È pittore, scultore (suo il busto di Giotti presso la scuola elementare di Rozzol), tenore lirico spinto, già allievo di Marcello e Mario Del Monaco, attore; è stato con la moglie conduttore di programmi radiofonici in diretta presso varie emittenti private; è insegnante di latino e greco; come autore di versi nel dialetto triestino, ha pubblicato due raccolte: Canzone e Musica (2002) e Tonalità Minore (2005) ed è presente in alcune antologie. Con la prima raccolta ha vinto il premio speciale per la poesia dialettale al concorso "Città di Salò 2005". In precedenza aveva vinto un terzo premio (1997) e un secondo (1998) nei concorsi indetti dal Circolo degli Amici del Dialetto Triestino. |