LUNARIETTO
2003 |
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Ancora una volta è uscito puntuale il Lunarietto Giuliano per il 2003 con il prezzo davvero speciale di soli 5 €. Quest’anno è illustrato per ogni mese da Mario Bagat, un pittore bisiaco di tutto rispetto che con il suo tocco naif ha dato un’impronta sognante a tutto il volumetto disegnando anche la copertina che esplode nella campitura con i suoi chiaroscuri blu e viola. Allora la luce incantata che proviene dal faccione lunare ed entra ammiccante dalla finestra trasforma in poesia i semplici oggetti ritratti. Così il pittore bisiaco, nato a Turriaco ma da molto tempo residente a Monfalcone, conferisce, fin dall’inizio, un alone lirico a tutto il lunario che in tal modo si sfoglia e poi si legge con grande piacere.
Mario Bagat |
Come sempre ogni mese è suddiviso nelle sette rubriche che in vario modo ricordano tempi passati nelle nostre terre o suggeriscono fatti strani o curiosità che spesso ci fanno sorridere per la loro ingenuità popolare. Perciò le ricorrenze, i tempi andati, gli itinerari, i poeti giuliani, le notizie storiche, i granellini di sapienza e infine i documenti sono sempre i momenti topici di questo libretto che quest’anno porge grande attenzione ai fatti incresciosi avvenuti durante l’ultimo conflitto mondiale. Soprattutto ricorda il 1943 e i fatti dolorosi di Trieste nel novembre del 1953. Ma interessanti e curiose sono, ad esempio, anche le notizie riguardanti il significato primo della parola “scapolo” e della parola “zitella”. Come si leggono sempre volentieri le amenità del compianto Livio Grassi.
Privilegiata è sempre la città di Trieste ma si dedica ampio spazio pure a Gorizia come alla Bisiacaria e si parla del comune di Muggia e della laguna gradese. E con simpatia sempre rinnovata viene alla ribalta spesso il cinema con implicazioni nostrane, essendo il curatore, Carlo Ventura, un esperto soprattutto di cinema. Ma non mancano le notizie sul nostro calcio, specialmente ora che la Triestina è in serie B e con i suoi successi attuali può aspirare persino alla serie A. Così insieme alle notizie passate possiamo rileggere la poesia di Saba “Goal” che inneggia appunto a una vittoria rossoalabardata.
Insomma in ogni pagina potremo trovare qualcosa che solletichi il nostro interesse e la nostra curiosità.
Mariuccia Coretti
sottostante una breve sintesi tratta dalle pagine del mese di febbraio Elsa Merlini, illustre commediante triestina
Nata nel 1903 (il mese esatto non trova concordi i biografi ma dovrebbe collocarsi nella prima metà dell’anno) Elsa già all’inizio di carriera assunse lo pseudonimo di Merlini, per via del cognome paterno pressoché impronunziabile, Tscheliesnig, che con ogni probabilità ne avrebbe precluso o almeno limitato la “visibilità” pubblica.Debuttante giovanissima, già nel 1920-21 Elsa recitava in teatro con le compagnie di Annibale Ninchi, Alfredo De Sanctis e Aristide Baghetti, per passare nel ‘28 ai ruoli più impegnativi, anche di “capocomica”, nelle compagini prestigiose di Arturo Falconi, Dario Nicodemi, Sergio Tofano e Luigi Cimara, dove riuscì ad affinare la sua personalità e ad affermarsi quale migliore attrice italiana nel repertorio comico - sentimentale. Dal ‘34 al ‘41 si misurò anche con testi drammatici (Cechov, Pirandello, Thorton Wilder) grazie al sodalizio con Renato Cialente, uno degli attori più interessanti e moderni della sua generazione. Nel dopoguerra, dopo una sporadica presenza in riviste nella compagnia veneta di Cesco Baseggio, ritornò in proprio sulle scene con repertori brillanti e più modesti. Acclamata, infine, in vari e riusciti spettacoli televisivi. Il suo brio recitativo, talvolta esuberante ma sempre personalissimo, non poteva non interessare anche il cinema dell’epoca, specie quello detto poi “dei telefoni bianchi”, un cinema anemico e provinciale in cui ella riuscì ad immettere - in una nutrita serie di film iniziata nel ‘31 con “La segretaria privata” e proseguita oltre la metà degli anni Cinquanta - un suo particolare e corposo personaggio di ragazza piccolo-borghese, tenera ed affettuosa ma anche fiera e testarda, rappresentandovi un fatto di costume di notevole rilievo.
Non si contano le recensioni delle sue interpretazioni. Ne riportiamo in sintesi una di carattere locale, triestino:
Nel comico e nel patetico Elsa Merlini ha un suo modo, una caratteristica personale alla quale ella deve in buona parte il successo d’artista. Questo modo in definitiva è un aspetto della sua personalità, ma se taluno volesse risalire agli aspetti di questa mimica troverebbe che la Merlini è nel nostro teatro un ‘individualità appunto perché è strapiena di triestinità. Il pubblico forse non s ‘accorge che in questa geniale e graziosa e intelligente attrice c’è un clima spirituale ed una forma mentis’ tipicamente locale, raffinata dalla coltura, illeggiadrita. dalla grazia donnesca, intenerita dagli affetti, agguerrita dal carattere fiero e battagliero, dal sentimento generoso e cavalleresco, ma nel fondo rimasta triestina, senza alcuna infiltrazione.(da V.T. - Vittorio Tranquilli, Il Piccolo, Trieste 27 aprile 1934)
La foto di Elsa Merlini, è qui riportata per gentile concessione del Civico Museo Teatrale della fondazione “Carlo Schmidl” di Trieste.
Presentazione del Lunarietto avvenuta il 21 gennaio 2003 presso la sede dell'Istituto a Trieste Giorgio Candot, Annamaria Borghese,
Carlo Ventura e Sergio BrossiL'attrice Annamaria Borghese durante la lettura di alcuni passaggi. Sergio Brossi ha presentato il Lunarietto con brio e competenza.
Caterina Perlain
ha letto una sua poesia
Il pubblico presentePresentazione avvenuta il 31 gennaio 2003 presso la sede Bisiaca dell'Istituto a Ronchi - Vermegliano
Il pubblico presente
Carlo Ventura e tre ragazze in costume bisiaco