LUNARIETTO 1997

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LUNARIETTO 1997Con questo volume il "Lunarietto Giuliano" è al suo terzo incontro coi lettori veneto-giuliani, cui è principalmente destinato, e coi curiosi di fuori casa. Il disegno dell 'Istituto Giuliano di Storia, Cultura e Documentazione, nel farsi promotore di una pubblicazione annuale che rinnovasse la tradizione del "Borineto" di Livio Grassi, era quello un tantino ambizioso di affiancare alla funzione filologica delle sue edizioni in collana (Narrativa, Saggistica, Poesia, Storia e Documentazione) e fuori collana, un testo di lettura facile e popolare che tuttavia, fra le righe e in sordina, sollecitasse, di là dalla curiosità immediata e dal divertimento, la voglia di qualche approfondimento culturale. Traguardo più difficile di quanto non sembri. I materiali vanno ricercati, l'utilizzo dev'essere calibrato, l'equilibrio tra lo scopo di trattenimento e quello d'indottrinamento non sempre è raggiungibile. A ciò si sono adoperati, come negli anni precedenti, gli infaticabili collaboratori volontari, la cui competenza professionale nessuno potrebbe mettere in dubbio. Il loro compenso?... Sta tutto nella soddisfazione per l'opera compiuta. Voglia pertanto a sua volta il lettore collaborare con la sua attenzione e gli eventuali suggerimenti di cui, come per il passato, faremo il massimo conto.

Manlio Cecovini

 

POETI GIULIANI
Go visto un pettirosso

Go visto un pettirosso
Stamattina Svolazzar
tra le graie
Nell 'aria marzolina
Freddo vol dir
E neve sul Tajano
Longo de collo
El calice conforta
Biondetto vin
Torchià lassù
a Vipacco
E questi versi


Scritti a schifanoia
Appanna vetri
Marzo ventoso
In loden verdolin
Marzo piovoso
Dialogar de salute
Marzo rabbioso
Mi e Michestaedter
Marzo adolescente
La sigaretta fuma
Marzo impertinente
Venditor de bruma

Carolus L.Cergolj


TEMPI ANDATI - Quando i fiammiferi si chiamavano "legnetti sforforici fulminanti"

Le prime notizie sull'industria dei fiammiferi a Trieste (ancora a livello artigianale), risalgono agli anni intorno al 1840 -'45. Infatti sono di quel periodo le relative richieste che alcuni privati (generalmente falegnami), rivolsero alle autorità cittadine per ottenere il permesso di produrre "legnetti sforforici, cosiddetti fulminanti". Tra queste, quella presentata il 4 marzo 1844 da Vincenzo Mollari, da non confondere con l'omonimo celebre architetto. Ecco il testo della supplica: "Il Divotto sottoscritto Vicenzo (sic) Mollari, con due rispettose Istanze implora da questo Inclito Imp. Reg. Magistrato, che accordato li fosse di poter erigere una fabbrica di Fosforici Solfanelli, ed ora come di venerato Ordine non manco di dare in notta il locale, prescelto di nuovo con le dovute prescrizioni, Isolato, situato fuori di Città sotto il n. 1309, Contrada della Madonina; ma però in situazione che non tiene alcuna Comunicazione, ne con Case, o pericoli di sorta, essendo all'Aria, Isolata, senza alcuno sopraposto piano. "Perciò spera che in forza delle Esposte ragioni quest'Inclito Imp. Reg. Mag.to Compiacere li vorrà accordare il bramato permesso; sicuro dell'Effetto Grazie - Vincenzo Mollari"

Piero Covre


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