LUNARIETTO GIULIANO 2012 a cura di Elisa Baldo |
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PRESENTAZIONE di Dario Padovani Con questo contiamo il 18°anno, la maggiore età della nostra pubblicazione più cara. L'Istituto Giuliano di Storia, Cultura e Documentazione, anche se nel vortice che ha colpito la cultura e partecipe dei grandi cambiamenti economici nel nostro paese rimane solidamente ancorato ai propri obiettivi e valori statutari, grazie all'impegno convinto, costante e volontario dei nostri collaboratori. L'intento generale rimane sempre quello di valorizzare la cultura giuliana in una sorta di almanacco che si snoda tra notizie e curiosità caratteristiche di questa terra, ossia di realizzare un libricino agile, leggero, ma che, a suo modo, porta alla luce piccoli angoli geografici, scorci di storia, aneddoti, curiosità e tradizioni locali attraverso le parole stesse della gente che abita questo lembo di terra molto particolare. Ci è sembrato indispensabile dedicare quest'anno più spazio a quelle aree appartenenti alla V.G., spesso trascurate, che occupano una piccola lingua tra il mare e il Friuli. Rivolgendoci infatti alla Bisiacaria, con il contributo della nuova curatrice signora Elisa Baldo abbiamo scoperto immagini, personaggi e percorsi nuovi ed esclusivi. La giovane curatrice possiede infatti, per cultura e per molteplici interessi, dei legami fortissimi con quella terra e di conseguenza tanti nomi nuovi sono emersi tra i redattori delle rubriche, che ringraziamo. Quest'anno siamo orgogliosi di aver potuto ospitare in copertina un quadro di Sonia D'Alessandro. Nata a Monfalcone dove abita e opera, ama trattare temi diversi cui fa riscontro una varietà di mezzi espressivi. Per adeguarci al diverso ritmo e ai documenti, nelle nostre rubriche abbiamo modificato le "Ricorrenze" in "Occasioni e Personaggi". Guardando indietro nei precedenti 17 anni, infatti, ci siamo trovati in grande difficoltà a reperire ulteriori "Ricorrenze" che non avessimo già riportato. Con la vita di Stelio Crise o altri argomenti che secondo noi, dovevano essere più possibile estesi, non abbiamo lesinato nella dimensione, addirittura distribuendoli a puntate, su più mesi. Ad esempio menziono lo spazio dedicato a Claudio H. Martelli che a lasciato un incolmabile vuoto. Ci sono pagine rivolte al Risorgimento italiano, ai nostri poeti, ai suggerimenti per cosa scoprire qui vicino, ai Cantieri di Monfalcone, alle nostre tisane, alle tradizioni, alla pasticceria, ai nostri dialetti, al culto, a Sarah Bernhardt, al nostro Tino Sangiglio, ad approfondimenti vari e a tanto altro. |
Le presentazioni del Lunarietto 2012 si sono tenute a Trieste, presso la sala conferenze
delle Assicurazioni Generali (g.c.) martedì 18 e a Turriaco, nella sala
consiliare del Comune mercoledì 25 gennaio 2012. |
Non meno importanti sono le solite spiritose "Curiosità" (tratte dal Corriere Friulano
del 1912) che ci fanno capire, ancora una volta, quanto poco siamo cambiati
dopo cento anni, sebbene non ci fossero Internet e Televisione. Nel mentre vi auguro una buona lettura e di seguire le attività del nostro Istituto, spero nel suo complesso di non aver tralasciato nulla. |
da Granellini di Sabbia - pag.106 |
De Lontan Rumori come de un temporal che 'l se sbroca lontan come de rodoloni che i rimbomba ta la mente: xe i pinsieri mai parturidi che i gà voia de nàssar e svolar fin che no i trova 'na porta spalancada. Licinio Russi |
Le Pinze Le pinze se le fava durante la stemana santa e era un lavor longo e impegnativo. Se scuminziava a metar via i ovi za qualche stemana prima parchè ghe ne ocoreva tanti: era de metar via zinque o siè ovi par ogni chilo de farina, ma qualche femena ghe ne meteva via sete e anca oto. Bisognava far la pasta ta un logo caldo, verzar e serar porte e finestre parchè al levan no doveva ciapar fredo. Po' bisognava ver boni brazi parchè le pinze le 'ndava missiade, ma tant missiade che a qualche femena ghe vigniva parfin la disfantula. Dopo bisognava metarle a levar, coverte cun un tovaiol e spetar che le leve. Ala fin se tornava a misiarle ben e po se faseva delle belle pagnoche tonde e se le meteva 'ndrio a levar. |
Finalmente quando che le era pronte, se ghe faseva tre taieti in mezo e se le meteva
tal forno. E qua vigniva al bel: se portava le pinze ta i forni dei pechi.
A Turiac ghe ni era do: quel de Bepi Clemente e quel de Mario Rosso. Le femene
'n dava a ciapar al turno par usar al forno parchè era più de mezo paese
che faseva sto lavor e par portarle de casa fin a lì del forno le usava un caretin
e i le coverseva parfin cun t'una coverta par ciò che no le ciape fredo. No ve digo le scene che capitava: le zigava le se sburtava, le faseva barufa! A una le pinze ghe levava masa e ghe ocoreva al forno libero anca se no era al so turno, alora la se disperava par la paura che le andasse zò de levadura. A un'altra le stentava a levar e le ghe restava plache come fugaze. Più de una se lamentava e ghe vigniva de piansar: "Ma vara ti, tant lavor, tanti ovi, zucar e farina, par ver sto bel risultato!" Ma dopo rivava Pasqua, e se magnava le pinza tal cafè, o sute e se le portava tal Isonz par la marenda: pinza, salame e ovi duri no podeva mancar. Era tradizion! Genia Dusatti |
da Tempi andati - pag. 66 |
"Un autentico ritratto vivo" Come scrive Victoria Dragone in Connessioni, il maestro Franco Manzoni "ci viene incontro. La sua andatura è tranquilla e attenta, come quella delle persone abituate a fermarsi spesso a contemplare, con concentrazione, per cogliere l'aspetto artistico in tutto quello che lo circonda. La faccia s'illumina in un sorriso di dolce bonomia, che fa splendere la barba bianca di una bellezza ancora più viva. Egli stesso, un autentico ritratto vivo, che richiama gli Impressionisti o i santi delle icone ortodosse." Franco Manzoni è nato a Roma nel 1931 e ha studiato all'Accademia delle Belle Arti di Brera sotto la guida di Enrico Carozzi. Tra i fondatori del Gruppo Pittori Via Bagutta (Milano), una delle più famose manifestazioni d'arte all'aperto d'Italia, negli anni Sessanta ha vissuto esperienze d'arte d'avanguardia con Piero Manzoni e Beniamino Bodini, approdando poi all'Impressionismo: linguaggio pittorico che, ancora oggi, permette all'artista di tradurre in immagini le sue percezioni visive. Ha allestito rassegne personali in tutta Italia, esponendo anche all'estero. Le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private a New York, Toronto, Kyoto, Stoccolma, Amsterdam, Monaco, Roma, Milano e Torino. Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui si menzionano il premio Biscione d'Oro conferito da Carlo Ripa di Meana, il premio Ferrari e il premio Giovanni Segantini. Attualmente il maestro vive e lavora a Gorizia, dove ammalia con la bellezza dei suoi quadri. Barbara Sturmar |
da Occasioni e personaggi - pag. 102 |
Casoni di Franco Mazoni |
da Curiosità - pag. 114 |
da Un po' di Storia - pag. 137 |
Claudio H. Martelli É difficile classificare Claudio H. Martelli (Trieste, 17 giugno 1940 - 15 marzo 2011) dentro una categoria, poeta o giornalista, critico d'arte o gallerista, editore o organizzatore culturale. Direi che in ognuno di questi ambiti professionali è riuscito a dare il meglio di se stesso, a spendersi con passione e lucidità, qualche volta andando controcorrente, ma sempre cercando di valorizzare ciascun interlocutore: la sua maggiore qualità era appunto l'ascolto, la comprensione veloce, con un guizzo sorridente e ammiccante. Scriveva, quasi a mo' di testamento, nell'agosto 2008 a Elvio Guagnini: "Da tanti anni e durante il mio ministero pastorale e dopo, mi sono dedicato agli altri come impegno primario della mia vita. Non solo dal punto di vista spirituale ma anche culturale ed artistico cercando di incoraggiare e di valorizzare le persone che in questi campi operano con serietà. Qualcuno mi ha ringraziato, la maggior parte ha incassato pensando che ciò gli fosse dovuto: non me ne dolgo perché lo scopo non era quello di ottenere riconoscenza ma di proporre 'valori' e 'talenti' piccoli e maggiori in un mondo sempre più arido e soggetto solo alle leggi del mercato" (E. Guagnini, La "quieta coscienza" di Martelli, "Trieste. Arte & Cultura", maggio-giugno 2011, p. 7). L'accenno al "ministero pastorale" offre da subito l'esatta lettura della sua vita, compresa quella professionale, nella quale l'esperienza religiosa è centrale: responsabile di Radio Trieste Evangelica (1982-1997), pastore nella Chiesa Valdese e Metodista a Udine, Gorizia e Trieste (6 ottobre 1985 - 18 settembre 1988, settembre 1995 - febbraio 1997), presidente dell'Opera per le chiese metodiste d'Italia (OPCEMI) e membro del comitato esecutivo del Consiglio mondiale metodista; in ambito religioso ha pubblicato La Bibbia e la donna (Hammerle, 2005), mentre era in bozze la raccolta di una serie di conferenze sull'Islam, e il capitolo sui protestanti nel volume, curato da Cristina Benussi, Dentro Trieste (Hammerle, 2006, nuova ed.). E' stato capo ufficio stampa del Teatro Stabile del Friuli -Venezia Giulia, membro del Curatorio del Museo Revoltella e della Commissione per la Sala Comunale d'Arte, organizzatore di molte mostre d'arte di artisti triestini sia a Trieste che fuori. (continua a pagina 151). Marco Menato |
da Itinerari - pag. 184 |
La meridiana di Milani Il monumento di Franco Milani può vantare le proprie origini nel 150° anniversario di autonomia comunale del nostro paese: è stato proprio nel 2000 che il sindaco di Turriaco, Alessandra Brumat, ripercorrendo la storia del paese si è soffermato a pensare ai segni che hanno lasciato tutti coloro che hanno preceduto la nostra esistenza a Turriaco; riflettendo su ciò l'amministrazione comunale, nel predisporre il restauro della piazza del paese, ha ritenuto importante lasciare anche un segno del nostro tempo, pensando, in particolare, a un'installazione. E' stato così che poi è stato contattato Franco Milani, artista d'origine turriachese che si è affermato a livello nazionale e internazionale con notevoli positivi consensi di critica e pubblico. Il sindaco non pensava però a una semplice installazione, ma a un lavoro molto più complesso, un lavoro di equipe che avrebbe dovuto coinvolgere più persone e per il quale Milani avrebbe dovuto rivestire i panni del regista. Franco accolse con entusiasmo la proposta donando il progetto dell'installazione, elaborandone il percorso creativo e coinvolgendo nell'opera anche un altro artista, il fotografo d'arte Maurizio Frullani. E' stata poi contattata la direzione generale della Fincantieri che, alla visione del progetto decise di aderirvi con l'offerta del materiale e con la disponibilità per la prima fase di lavoro di sagomatura. La successiva fase di assemblaggio, verniciatura, predisposizione del basamento e collocazione è stata resa possibile grazie all'opera dei volontari A.U.S.E.R. É stato così che il 1 giugno del 2002 questo monumento è stato scoperto e inaugurato in piazza a Turriaco a fianco della parrocchiale di San Rocco alla presenza dell' |
autore, del sindaco con l'amministrazione comunale, del parroco don Enzo Fabrissin,
dei bambini della scuola elementare, delle associazioni locali e di numerosi
turriachesi. "Frammenti di tempo nella struttura del silenzio", questo il titolo
dell'opera, è una scultura alta circa quattro metri rappresentante una meridiana,
costruita da una struttura portante in ferro che sostiene una fusione in
bronzo, elementi tipici delle attività lavorative di queste zone: si tratta di
una meridiana che, nel suo essere, rappresenta lo scorrere del tempo, la memoria
e il futuro in una ricerca continua tra spirito e materia. Elisa Baldo |
Arriva il Lunarietto - Un 2012 fra ricordi dialetto e tradizione - dal PICCOLO di Trieste del 14 gennaio 2012 Buongiorno, beneaugurante “Lunarietto giuliano 2012”, da 18 anni puntualmente fedele al consueto appuntamento di gennaio. Agile, dalle dimensioni di un tascabile, ricco di argomenti e illustrazioni, questo volumetto è la pubblicazione più cara dell’Istituto giuliano di storia, cultura e documentazione: lo scrive in apertura, il presidente del sodalizio Dario Padovani che ne precisa brevemente sia la finalità, quella cioè di valorizzare la cultura giuliana, sia più specificatamente il contenuto di quest’ultima pubblicazione schiuso in maniera più ampia alla Bisiacaria “con il contributo della nuova curatrice Elisa Baldo”. E sarà proprio Baldo a presentare il Lunarietto 2012 (copertina di Sonia D’Alessandro, impaginazione Cristiano Padovani, immagini Fabio Bergamasco, pagg. 192) mercoledì 18 gennaio alle 17.30 nel Salone degli Incontri del Circolo Aziendale delle Assicurazioni Generali, piazza Duca degli Abruzzi 1. Letture di alcuni componenti del Gruppo Teatrale “Brandl” di Turriaco. A catturare l’interesse di queste pagine una gustosa varietà di argomenti: notizie e curiosità su cui si è posata la patina del tempo, illustri personalità, tradizioni, la verve del dialetto, il tutto dipanato tra Storia, Itinerari, Granellini di sabbia, Tempi andati, Occasioni e personaggi, Poeti giuliani, e distribuito nei vari mesi che si susseguono ciascuno caratterizzato dall’espressivo segno zodiacale e dal calendario con le fasi lunari. In questo Lunarietto 2012 si è dato maggior spazio ai “colori” della Bisiacaria, con stimolanti momenti di lettura che portano tra l’altro a conoscere il passato della comunità monfalconese. Di particolare incisività, il ricordo di personalità che hanno dato lustro a Trieste, e non solo. Italo Svevo, “Italiano dalla condotta lineare e senza vacillamenti”, a 150 anni dalla nascita (dicembre 1861); con acuto spessore poi, viene delineata la figura di Stelio Crise, così come la personalità e le molteplici attività di Claudio H. Martelli, morto lo scorso marzo. E ancora, personaggi indimenticati come il grecista Tino Sangiglio, e volti di donne quali Anita Pittoni, Sarah Bernhardt, e la bella Delia de Zuccoli, scrittrice di talento, moglie di Silvio Benco. E se vogliamo cogliere un piccante “Granellino di sabbia”, ecco “La vezzosa Lenzica” che porta la firma di Alba Noella Picotti, per alcuni anni preziosa curatrice del Lunarietto. Grazia Palmisano |