LUNARIETTO 2004 |
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Franz Liszt a Gorizia
Partendo
da Roma alla volta di Pest nel gennaio del 1879, Franz Liszt, già sessantasettenne,
programma il suo viaggio in modo tale da poter far visita a Gorizia alla famiglia
del nobile Antonio Augusz, un barone ungherese cui è legato da antica
e sincera amicizia.
Liszt giunge il 14 gennaio intorno alle 17.30 e si ferma fino alla mezzanotte.
Per l'occasione vengono invitati pochi amici, cultori dell'arte dei suoni,
tra i quali anche il giovane maestro Pier Adolfo Tirindelli, che solo da alcuni
mesi dimora a Gorizia avendo vinto il concorso quale insegnante di violino
presso la locale Scuola di Musica, e già in breve volgere di tempo
si è fatto notare in città per le sue singolari qualità.
Ranieri Mario Cossar ci informa che "Liszt, parlatore facile e brillantissimo,
s'era servito in quella sera della lingua francese, per infiorare la conversazione
di aneddoti interessanti su Berliotz, Chopin, Victor Hugo, Lamartine, Meyerbeer
e molte altre celebri personalità artistiche che aveva avuto campo
di conoscere e tenere per amici durante la sua dimora nella metropoli francese.
Nonostante "i pochi fortunati che furono ammessi a quell'eletta riunione..."
noi non sappiamo se gli ospiti del barone hanno potuto esclamare "fortunati
noi che abbiamo avuto il privilegio di ascoltarlo..." Pur tuttavia ci
piace immaginare che quel fantasmagorico virtuoso non si sia potuto sottrarre
tanto facilmente alle sollecitazioni che certamente hanno esercitato gli Augusz
e gli ospiti e che il tanto celebrato pianista, magari dopo essersi rifocillato
dopo il lungo viaggio, abbia finito per concedere loro l'onore e il piacere
di vedere le sue mani scorrere funambolicamente sulla bianca tastiera, mandando
in delirio gli ascoltatori goriziani.
Il celebre maestro ritorna a Gorizia il
27 gennaio 1886 per far visita a una sua nipote, la baronessa Maria Saar de
Liszt che abita nella villa Schwartz. La gentildonna invita per il giorno
successivo alcuni personaggi di spicco, tra i quali il dott. Maurovich, podestà
della città. E quella sera, lo sappiamo con certezza, Liszt si siede
al pianoforte e regala ai presenti "un pensiero musicale improvvisato
lì per lì con lena e ispirazione tutta giovanile" (Corriere
di Gorizia del 20 gennaio 1886)
(da Gioacchino Grasso, Prestigiose
presenze musicali a Gorizia, Gorizia 1999)
Alcuni frammenti tratti dal Lunarietto 2004 |
Pensieri de una sera Iera una note ciara de primavera, i ferai de Barcola e le stele scherzava col faro che scartazava el mar. Un vapor col gran pavese fazeva venir voia de partir. Ma perché 'ndar via? Stago cussi ben a casa mia qua, dove che son. Graziella Semacchi Gliubich |
Il
Lunarietto, con il suo cadenzario mensile, abbraccia quest'anno fatti e situazioni
particolarmente importanti per la nostra storia.
Nel 2004 ricorrono alcuni avvenimenti, pur lontani, che tuttavia hanno inciso
profondamente sulla storia locale e nazionale.
Novant'anni or sono è iniziata la prima guerra mondiale che ha segnato,
nella prima metà del secolo, la fine di un'epoca che venne definita "bella"
per i quarant'anni di pace europea che l'aveva preceduta. Alla sua conclusione
la Venezia Giulia, con Trieste, Gorizia, Fiume e Pola, torna all'Italia, coronando
un sogno cullato nei secoli dai cuori più generosi. Ma la pace dura poco,
nemmeno ventun anni, a causa degli errori fatti a Versailles a danno delle potenze
sconfitte. Ed ecco affacciarsi, sessant'anni orsono, l'occupazione militare
germanica, i bombardamenti alleati, il lavoro obbligatorio della Todt, la divisione
delle nostre genti.
Un raggio di luce, in mezzo a tanto buio, s'irradia nel 1954, cinquant'anni
or sono, quando Trieste, come Gorizia nel 1947, viene resa alla Patria italiana.
Il Lunarietto ricorda questi avvenimenti con lo stile che gli è proprio
e con il dovuto rispetto per una storia esaltante e dolorosa, pur non trascurando
gli aspetti più ameni della nostra vita quotidiana.
Il Presidente
Antonio Scarano
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