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NARRATIVA
La carta coperta di Franco Vegliani |
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É
uscita in dicembre del 2006, la ristampa del romanzo di Franco Vegliani (1915-1982)
La carta coperta (prefaz. di Paolo Quazzolo, pp.162, € 12,00)
– l’unico suo libro a non essere stato riproposto dagli editori
nazionali - dove i temi più peculiari dello scrittore fiumano-triestino
s'intrecciano e si sovrappongono in una prepotente ricerca esistenziale, alla
ricerca di un'identità, in un rinnovato, appassionato interrogarsi
sul significato che il destino - ma anche i rapporti con gli altri come i mutamenti
epocali - assume nella nostra vita, su quanto la fatalità e il caso segnano
in modo indelebile la nostra esistenza, insomma, come scrive lo stesso Vegliani,
- sul caso e sui suoi intrighi, sulle coincidenze misteriose e gli imprevedibili
agguati di cui può essere disseminata una vita. Un romanzo che va collocato
senza ombra di dubbio tra i più significativi del Novecento triestino,
e non solo triestino, anche alla stregua di quanto ha elaborato, e sta elaborando,
la più accreditata critica nazionale.
Il libro - che esce con il sostegno dell'Assessorato alla cultura del Comune di Trieste - contribuisce quindi anche alla più giusta collocazione nell'ambito della storia della letteratura giuliana di un autore che è rimasto troppo appartato, volontariamente, dai centri del potere editoriale e culturale, rimanendo così nell'ombra e lasciando nella scarsa conoscenza la sua opera di narratore. Nel panorama italiano del '900 non sono rari del resto gli scrittori validi che, senza aver ottenuto i giusti riconoscimenti, passano inosservati e vengono presto dimenticati, estranei come sono per temperamento e per scelta ai capricci dell'effimero e della moda. Franco Vegliani è certamente uno di questi e il suo romanzo acclara a pieno una delle più interessanti personalità della narrativa giuliana le cui opere vengono ora opportunamente riscoperte e rivalutate.
Autentico
uomo di frontiera fu lo scrittore - Vegliani visse la prima parte della sua
vita tra Trieste, Volosca, Veglia e Fiume -, di quella frontiera particolare
quindi tra le più instabili e nel contempo più aperte non solo
dal punto di vista etnico e culturale ma pure esistenziale, spesso difficile
e contrastata, destinata a vedere variare i propri punti di riferimento a seconda
del mutare dei rivolgimenti storici e politici; e queste esperienze di vita
si riscontrano in tutti i suoi romanzi e dunque anche ne La carta coperta,
nei quali lo scrittore proponeva questioni sociali di grande attualità,
anche per i nostri giorni, a dimostrazione della validità della sua indagine
che approda ad esiti letterari di alta qualità per l'originalità,
la compattezza e la solidità del tessuto narrativo, sempre esente da
sbavature e da cedimenti, per la purezza e la limpidezza dello stile e del linguaggio,
preciso ed essenziale, immune da compiacimenti retorici e spesso, nei momenti
migliori, toccato dal dono della poesia.
FRANCO VEGLIANI, nato a Trieste nel 1915, è cresciuto tra l'isola di Veglia, la costa Liburnica e Fiume fino all'inizio della seconda guerra mondiale. Combattente sul fronte dell'Africa Settentrionale, ha trascorso quattro anni di prigionia in Egitto. Dalla fine della guerra è vissuto a Milano dedicandosi al giornalismo ed è deceduto a Malcesine, sul lago di Garda, nel 1982. Il Saggio su Ugo Betti (1935) segnò il suo esordio nelle lettere, cui seguirono i racconti di Un uomo del tempo (1941) e la biografia di Curzio Malaparte (1957), di cui fu segretario. In seguito apparvero le prove più mature della sua scrittura con i romanzi Processo a Volosca (1958, ripubblicato nel 1989), La frontiera (1964, ripubblicato nel 1988 e nel 1996), La carta coperta (1972) - che adesso viene riproposto in una nuova edizione - e, postumi, Lettere in morte di Cristiano Bess (1986) e Storie di animali (1991).
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