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NARRATIVA
Frammenti di un mondo in bilico di Francesco Burdin |
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Dall'imponente, quasi sterminato, materiale dei suoi "Quaderni di appunti" l'autore ha estratto alcune centinaia di riflessioni, osservazioni, opinioni, citazioni; ma anche dialoghi, idee di trame future; e poi aforismi, paradossi, "agudezas", che toccano non soltanto la Letteratura ma temi di vario genere, e che sono venuti ad affiancarsi, nel corso dei decenni, in modo apparentemente estraneo, alla elaborazione dei suoi romanzi e dei suoi racconti. E sebbene, o forse perché, questi "frammenti" si limitino a riprodurre con un linguaggio quanto mai sobrio un estro momentaneo, il loro aggregamento riesce a coagularli in un impasto sorprendentemente omogeneo e a ricreare un ordito del tutto nuovo, che si dimostra essenziale per completare la conoscenza dell'universo narrativo di uno scrittore, che, pur appartato dal grande pubblico, è già stato riconosciuto come uno dei più significativi e originali del secondo novecento.
Francesco Burdin, nato a Trieste da genitori di origine goriziana, vive fin dalla prima giovinezza a Roma. Ha pubblicato otto romanzi: Caduta in Piazza del Popolo (ed. Cappelli, Bologna, 1964); Scomparsa di Eros Sermoneta, (ed. Rizzoli, Milano 1967), Eclisse di un Vice Direttore Generale (ed. Rizzoli, Milano 1969); Il viaggio a Varsavia (ed. Marsilio, Padova 1973), Marzo è il mese più crudele (ed. De Donato, Bari 1973), Antropomorfo (ed. Marsilio, Venezia 1979), Davenport (ed. Spirali, Milano 1983); L'Amoroso (ed. Rusconi, Milano 1983); e due raccolte di racconti legati ad un tema comune: Ai miei popoli (ed. Dedolibri, Trieste 1987) e Manes (ed. Vallecchi, Firenze 1988). Di un nono romanzo inedito, Apoteosi di un libertino, sono stati pubblicati su riviste ampi brani. Per i suoi romanzi e racconti ha ricevuto i Premi Pisa, Sila, Teramo, Piombino, Empoli, Flaiano.
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