PUBBLICAZIONI POESIA

Di attimo in attimo la vita

di Elisabetta Penati

ritorna alla pagina generale della POESIA

copertina DI ATTIMI IN ATTIMO LA VITA"Abbiamo dentro di noi / il nostro inizio / e la nostra fine": all'impoverirsi della vita, corrosa dal tempo e da un male immanente all'uomo, si oppone l'antidoto dell'amore, sentimento necessario e motore d'ogni riscatto o trascendimento. La scrittura poetica di Elisabetta Penati, colloquiale e piana, registra lo scontro di queste forze negli spazi della mente e formula, ora pensosa, ora leggera, le ragioni di un'attiva speranza, da coltivare giorno per giorno, superando le sconfitte e dimenticando la morte.

Elisabetta Penati è nata, vive e opera a Trieste. Già da piccola scriveva poesiole o meglio semplici pensierini dove esternava un innocente sentire frammisto a qualche intima sofferenza.Crescendo ha continuato a comporre poesie e ha approfondito la sua conoscenza di autori della letteratura italiana e straniera, appassionandosi al pensiero di numerosi filosofi. In età più matura determinante le fu l'incontro con lo scrittore Marcello Fraulini che la incoraggiò a ben continuare.Elisabetta Penati Collaboratrice di riviste e giornali, con racconti, saggi e liriche, ha partecipato a numerosi concorsi letterari regionali e nazionali ottenendo lusinghieri riconoscimenti e premi. È presente in Antologie poetiche nazionali e nei Quaderni degli "Scrittori giuliani", Edizioni Italo Svevo di Trieste, dal dodicesimo al ventiduesimo Quaderno. Della sua opera si sono occupati critici, poeti e scrittori italiani e stranieri, nonché alcuni programmi radiofonici. Nel 1974 ha pubblicato I mulini della mente, una raccolta di versi nella collana "Il Timavo" di Trieste, nel 1978 L'ultimo dialogo, un racconto edito dalla Società Artistico Letteraria di Trieste e nel 1991 Metamorfosi nello spazio, un racconto fantastico. Della sua opera si sono occupati critici, poeti e scrittori italiani e stranieri, nonché alcuni programmi radiofonici.


da pagina 61

Conversazione interiore

Se nulla si disperde e tutto si rinnova,
dov'è la voce di mio padre?
In una nuova creatura?
Avrà la sua voce
e anche le sue sembianze?
Se la mano che scrive
rivela il carattere,
la voce umana,
espressione del pensiero,
è mezzo per farsi intendere.
E allora la creatura
non avrà solo la sua voce,
avrà anche la sua anima.
Come credere che la voce
eco dell'anima, sia autonoma?
Forse l'anima è muta?
Se così fosse come può l'anima
cantare al Creatore dell'ordine cosmico?
Per osannarlo occorre averlo visto
o vederlo, averlo sentito o sentirlo.
Nessuno sa che cosa sia l'anima.
Tutti dicono tante cose
riguardo al prima e al dopo,
ma io voglio credere o illudermi
che la sua voce appartenga al mondo.
Di là dalle mie parole, Dio,
se rifarai da capo l'uomo
concedigli una vita meno oscura
e senza mostri nella coscienza.

Elisabetta Penati

ritorna alla pagina generale della POESIA

pagine composte daTrieste