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CONCERTI |
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Sabato, 15 gennaio 2005 - Trieste - ore 17.30
Auditorium del Civico Museo Revoltella - via Diaz, 27Concerto per Virgilio Giotti
nella ricorrenza del 120° anniversario della nascita
un progetto di Alma Rovelli Ventura
Alma Rovelli Ventura pianoforte
Michela Vitali voce recitante
Gisella Sanvitale soprano
Presentazione a cura di Claudio Grisancich
Regia di Ugo Amodeo
per vedere il video dell'evento - durata 62 minuti - clicca sul televisore
(MediaVideo - solo per connessione ADSL)
Il paradiso
La casa, la cara moglie, i figli amatissimi, la madre, le buone amicizie: il paradiso di una vita ed anche della poesia che quella vita riscalderà fin quasi alla fine.
Una vita, quella di Virgilio Giotti, sgombra da ottuse ambizioni, spoglia di averi e quasi senza egoismo, ma ricca, affollata di cronaca e di giorni tutti viventi, povera di arredi, di memorie inerti e di punti di arrivo. Il poeta sceglierà la vita semplice che il destino riserva alla grandissima maggioranza degli uomini e a quella vita egli darà il volto della perfezione.
L'ardua, meravigliosa perfezione da inventare gloriosamente nel quotidiano contegno, lungo l'impervio percorso della semplicità. Sceglierà di non venir meno al proprio destino che nella poesia gli indica la patria che abiterà per tutta la vita.
Una patria di povertà dove far coincidere il significato della propria vita con quello della sua poesia.
E sarà allora l'unico, possibile, paradiso.Claudio Grisancich
È stato un lavoro arduo e lento il dover scegliere, di fronte all'opera completa di Virgilio Giotti, tra poesie che per la loro umanità toccano i sentimenti di tutta una vita; e poi cercare delle musiche, adattarle e modellarle per farle scorrere all'unisono con quelle forme liriche.
Al termine della ricerca ho trovato quello che mi sembra un lusinghiero binomio, Virgilio Giotti ed Erik Satie: dimensioni quasi parallele, umorismo sottile, presagi malinconici e tanto dolore.
I magici versi del poeta che si sposano alle note scarne del musicista faranno risaltare i momenti ora giocosi, ora ironici, talvolta struggenti, del testo scritto.
Ha aiutato pure la fortuna, facendomi scoprire alcuni allineamenti felici: El velier con Un vascello spinto dalla corrente di Satie, Uccellini con la Deuxième Arabesque di Debussy, La casa incantada con Il giardino incantato di Ravel.
Tranne i summenzionati due pezzi dei maestri dell' impressionismo francese, tutte le altre musiche che sentirete in questo concerto - poesia sono di Satie, di cui giova qui ricordare la grande amicizia che ebbe in vita sia con Debussy che con Ravel.Alma Rovelli Ventura
PROGRAMMA
VIRGILIO GIOTTI
El nono e la nipotina.
Con Rina
Incontro
ERIK SATIE, Je te veuxVIRGILIO GIOTTI
Papà e fia
ERIK SATIE, Troisième gnossienneVIRGILIO GIOTTI
Gli uccellini
El dìscorsetin su le rondinele
CLAUDE DEBUSSY, Deuxième arabesqueVIRGILIO GIOTTI
Strazze lassadefora
Vento
BIXIO, VentoVIRGILIO GIOTTI
El ritratin
Petorai
Siora Ida
L'insogno
Primavera
La pana serada
ERIK SATIE, Quatrième gnosienneVIRGILIO GIOTTI
Appunti inutili
ERIK SATIE, Première gymnopédieALESSANDRO MIRT, Utuno (Testo di Virgilio Giotti)
Gisella Sanvitale, sopranoVIRGILIO GIOTTI
El velier
ERIK SATIE, Sur un vaisseauVIRGILIO GIOTTI
El vin
La casa incantada
Felicità
ERIK SATIE, da Embryons desséchés
VIRGILIO GIOTTI è stato autore di poesie in dialetto e in lingua, di prose, di interessanti prove nel campo delle arti figurative. Formatosi a Firenze, vi esordì nel 1914 con il Piccolo canzoniere in dialetto triestino.
La sua opera venne sostenuta - negli anni Venti e Trenta - dalla rivista fiorentina «Solaria», che patrocinava la causa di una letteratura italiana che doveva essere europea; e che proponeva - tra i suoi modelli - Svevo e Saba; e Giotti, di cui pubblicò versi in dialetto anche tra i volumi delle sue edizioni (Caprizzi, canzonete e stòrie, Firenze, 1928). La poesia di Giotti sarebbe diventata - nelle pagine critiche di Pietro Pancrazi e di Pier Paolo Pasolini - il metro di valutazione dello spessore e della profondità di una poesia «in dialetto», distinta da quella «dialettale»: la prima, impegnata in tematiche e in un linguaggio dall'orizzonte più vasto; la seconda, vernacolare, tutta compresa nel mondo ridotto e chiuso del «campanile», nel colore e nel folklore locale.
Il percorso poetico di Giotti è quello di un poeta che adopera - miracolosamente - una lingua che è, insieme, reale ma anche ricreata dalla e nella poesia («lingua della poesia», come ha ricordato Pasolini con parole dello stesso Giotti): una lingua nella quale immagini di un mondo semplice, talvolta dimesso, trovano espressione profonda e ricca di spessori psicologici e sentimentali.
Quello che caratterizza la produzione di Giotti è, appunto, la pratica di una scrittura capace di coniugare il dato occasionale e soggettivo, privato, con un orizzonte esistenziale e umano assai ampio; dove l'autobiografismo si ordina in un quadro lirico nel quale la tematica di tutta la sua opera (gli affetti personali, scorci della vita popolare, riflessioni esistenziali, sogni, modulazioni interiori) si esprime in un complesso reticolo di simboli, di visioni concrete ma di accentuata interiorizzazione. Dove suggestioni letterarie diverse si compongono - come attestano le sue poesie (raccolte in Colori, Milano-Napoli, 1957) - in una testimonianza autentica e profonda del tormento coscienziale e dell'angoscia dell'uomo contemporaneo visto nella sua tragicità reale.Elvio Guagnini
archivio concerti:
concerto del 10 dicembre 2001 | concerto del 27 settembre 2004