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Saffo e le altre

di Tino Sangiglio

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Saffo e le altreAncora oggi, nella sommaria conoscenza della cultura della grecità classica, la poesia femminile si racchiude nel solo nome della grande Saffo. In realtà la Grecia antica nella poesia non ha espresso solo Saffo come con poco commendevole quanto pigra abitudine si insegna nelle scuole. Accanto a Saffo infatti c’è una presenza femminile letteraria e culturale interessante e significativa e, soprattutto, variegata e articolata nelle tematiche e nelle ispirazioni. Saffo non è sola, dunque, giacché accanto a lei esistono altre poetesse di grandezza non inferiore alla sua, che spesso riprendono e sviluppano i suoi temi con nuova e fresca sensibilità. Certo sono poche, almeno quelle di cui ci è giunta testimonianza di loro testi, restando insoluto il mistero del perché l’antichità ci abbia tramandato scarso materiale letterario femminile, a fronte dell’immensa congerie di produzione maschile che, va evidenziato, non sempre è di eccelso valore poetico. Forse ciò è dipeso da una "politica" editoriale dei tempi, dall’azione dei librai e degli editori dell’epoca secondo i quali - come per un bel po’ è stato anche per i tempi moderni - la letteratura maschile poteva arrecare proventi maggiori e più sicuri.

Dopo Saffo, nel solco della feconda tradizione lirica beotica, che non fu senza influssi su Pindaro, ecco l’opera di due poetesse di valore come Mìrtide e soprattutto Corinna nella quale le vibrazioni dei racconti antichi ritrovano una verve poetica gradevole ed eloquente. Dal Peloponneso provengono Telesilla e Prassilla i pochi frammenti rimastici di quest’ultima fanno intuire una tempra di vera poetessa. Poi Erinna, una giovanissima poetessa scomparsa a soli diciannove anni che avrebbe potuto essere la degna erede e continuatrice di Saffo - e forse anche qualcosa di più - se la precoce morte non l’avesse strappata all’arte e alla gloria. La voce di Erinna si erge infatti nitida e chiara, spicca con evidenza e contiene, nota singolare per una poetessa così giovane ancora in fase di maturazione artistica, due tra le novità fondanti che saranno alla base della poesia dell’età ellenistica: l’osservazione della natura e l’introspezione interiore. E’ nell’epoca ellenistica, che segna un netto miglioramento delle condizioni della donna rispetto all’età classica, che si stagliano altre figure poetiche femminili di grande rilievo come Ánite, una poetessa che esprime compiutamente quel rinnovamento sociale e culturale che riporta in primo piano le esigenze femminili e rimette la donna tra i protagonisti e non più tra i comprimari; o come Mero, dalla notevole grazia cesellatrice, in grado di ricavare intensi effetti di luce e di colore poetici; o come, soprattutto, Nosside che coglie con pregnanza tutta femminile i battiti del vivere quotidiano, lo sdipanarsi dei sentimenti e delle sensazioni, i quadri di un’esistenza che corre lungo i binari delle vicende umane. Nosside rappresenta in effetti il momento più alto ed evidente dell’immagine nuova di una donna finalmente libera, autonoma, indipendente in tutte le sue scelte, a cominciare da quelle del cuore e dell’amore, con un’affermazione esplicita e perentoria della presenza femminile non solo artistica ma anche umana. Dopo Nosside l’antichità non ci ha lasciato molte altre tracce poetiche femminili ma qualche nome soltanto, ad indicare comunque che i germi gettati dalle precedenti poetesse hanno fruttificato, che l’espressione artistica e poetica femminile prosegue nel suo cammino: Melìnno, Cleobulina, Edila, Iulia Balbilla, Cecilia Trebulla, con le quali ultime due, come dicono i nomi, siamo già in epoca romana quando Graecia capta ferum victorem cepit.Saffo (ritratto presunto)

Questo volumetto, il sesto della "Bibliotechina del curioso" analizza criticamente con un’ampia introduzione l’opera di queste poetesse nell’ambito del quadro storico e sociale del tempo e presenta così , con un documentata apparato di note e di bibliografia, l’intero corpus della poesia femminile greca dell’antichità di cui ci è rimasta testimonianza. Eccettuando infatti Saffo - di cui sono disponibili nel mercato librario numerose edizioni dei suoi frammenti e di cui il curatore raccoglie solo quelli strettamente connessi all’assunto critico di tutto il lavoro - il libretto contiene tutti i testi rimastici di queste poetesse e dunque si presenta come la prima edizione italiana con la quale è possibile conoscere e apprezzare in un unico libro in modo organico e sistematico la produzione poetica femminile della Grecia antica, anche tramite il testo greco che è riprodotto a fronte della relativa traduzione, ilì risultato finale evidenzia la preziosità dell’iniziativa: non solo Saffo non è sola, non solo ci sono altre poetesse non meno valide ma, mediante i loro testi e le loro testimonianze, viene fuori soprattutto il quadro netto e approfondito della condizione femminile quale si è espressa e si è maturata attraverso i secoli nella gloriosa esperienza umana e poetica dell’antichità greca.

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