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Povero Belgio

di Charles Baudelaire

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coprtina POVERO BELGIOIl contenuto di Pauvre Belgique! fu reso noto da Charles Asselineau, vecchio e fedele amico e primo biografo del poeta - nel suo libro Charles Baudelaire, sa vie, son ceuvre (1869) - con l'indicazione dei vari capitoli. Tale materiale appartenne ad Auguste Poulet - Malassis, bibliofilo, editore e amico fraterno di Baudelaire, che ne ordinò la numerazione, e in seguito al critico e studioso baudelairiano Eugène Crépet che utilizzò una parte dei capitoli XXIV e XXV nell'edizione delle opere postume di Baudelaire del 1887 (Maison Quantin, Compagnie générale d'impression et édition) e pubblicò i primi diciotto capitoli dell'Argument sulla Revue d'au-jourd'hui (n.3, 15 marzo 1890). Di questa edizione esiste una ristampa belga contraffatta, con l'aggiunta dei capitoli XIX - XXXIII, edita a Parigi nel 1890 in soli sette esemplari. Attualmente i manoscritti sono conservati alla Biblioteca Spoelberch de Lovenjoul, a Chantilly, e si presentano sotto forma di foglietti di vario tipo fissati su cartoncino. Questi foglietti si dividono in 33 capitoli, ciascuno preceduto da un sommario, e comprendono anche altri fogli, diversi documenti non classificati e l'Argument. Se si eccettuano le due edizioni sopra ricordate (nonché due edizioni complete dell'Argument stampate in limitatissimi esemplari nel 1890 e nel 1903) e una terza inserita nel volume delle opere postume di Baudelaire uscito nel 1908 per le edizioni del Mercure de France, è solo nel 1952 che appare l'edizione originale del Pauvre Belgique! nella monumentale raccolta delle opere complete di Baudelaire (esattamente nel terzo volume delle opere postume, Conard éditeur; J. Lambert, successeur) a cura di Jacques Crépet e Claude Pichois. In seguito si sono avute numerose edizioni dei testi sul Belgio; si raccomanda tra esse l'edizione raccolta nel citato libro di A.Guyaux che non è solo integrale ma pure in linea con le nuove acquisizioni critiche dell'opera "frammentaria" di Baudelaire. Non essendo stato percepito questo significato, in Italia è sempre stata prestata scarsa attenzione al Pauvre Belgique! considerato un mero testo di frammenti senza importanza (è significativo come nella più recente pregevolissima edizione de "I Meridiani" mondadoriani il Pauvre Belgique! non compaia nemmeno sotto forma di selezione antologica). Le scarsissime referenze, sempre in forma antologica, si trovano in C. BAUDELAIRE, Diari intimi, a cura di L. ZATTO e G. RABONI, (Milano, Mondadori, 1970, che ricalca l'edizione einaudiana del 1955) e in C. BAUDELAIRE, Ultimi scritti. Razzi, Il mio cuore messo a nudo, Povero Belgio, a cura di F. RELLA (Milano, Feltrinelli, 1995). L'edizione di Rella, pur nel suo carattere di antologia breve del testo baudelairiano, è di fondamentale importanza perché si muove, con intuizioni di grande acume, nell'ambito del progetto unitario dell'ultima grande opera di Baudelaire, del grande torso di cui si è accennato nell'introduzione. Un'ultima annotazione sulla metodologia scelta per la presente edizione. Dare il testo integrale del magmatico e incontenibile lavoro di CHARLES BUDELAIREBaudelaire sarebbe impresa inutile, apprezzabile solo per l'acribia filologica, per la curiosità dello studioso che si interessa anche alle cose minime, dal punto di vista della scrittura, ma che per il lettore d'oggi non presenta alcun interesse. Dare il testo integrale significa infatti assommare una congerie di materiali che, tra l'altro, le continue e ossessive ripetizioni rendono pressoché illeggibili e per niente appetibili al comune lettore. Mi è parso invece che l'utilità consista nel dare qualcosa di leggibile di questo Baudelaire praticamente inedito da noi e non meri materiali che possono solo fare la gioia del filologomane, fornendo quindi un'edizione italiana che evidenzi il significato ultimo che l'opera baudelairiana intendeva perseguire ed enucleando un testo che abbia un accorpamento unitario dei temi e degli argomenti. Il testo proposto, seppur una editio minor, appare sufficientemente compatto ed organico garantendo la necessaria continuità dell'argomento e la logica linearità del discorso (rimandando ad altra occasione l'intenzione di dare del Pauvre Belgique! una versione integrale). In tal senso questo libretto si presenta quindi come la prima edizione italiana ordinata e organica, seppure sintetica, nella dignità di una pubblicazione autonoma, con il testo francese a fronte e con un essenziale apparato di note indispensabile al lettore per la comprensione, fin dove era possibile, di fatti, luoghi, personaggi e opere.

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