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Non è giorno per morire

di Ermenegildo Olenich

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NON É GIORNO PER MORIRE         Ermenegildo Olenich non era uno scrittore. Ha dettato queste sue stringate memorie di guerra e di pace da un letto di ospedale, dopo una grave operazione chirurgica, solo perché la sua irripetibile esperienza non andasse perduta. Ne è uscito un libro che, pure nella sua unicità, può ben definirsi un libro di storia, singolare documento d'un carattere che sorprende e affascina, mettendo in luce la meno nota delle tante anime che compongono Trieste, questa città di frontiera in cui nazionalismi e politicismi sono appena fugaci espressioni di una travolgente voglia di assaporare tutt'intera l'avventura della vita. Ermenegildo Olenich

         Ermenegildo Olenich, nato a Trieste nel 1921 e deceduto nel 2000, a diciannove anni si arruola volontario nella Marina Militare, partecipa sull'incrociatore Bari allo sbarco in Corsica e sulla costa del Montenegro e, di seguito, al presidio dell'isola di Cefalonia, conclusosi col tragico massacro dei marinai italiani che, dopo l'armistizio di Cassibile osarono resistere fino all'estremo con le armi alla furia degli «Stuka» e delle soverchianti forze tedesche da sbarco. Sopravvissuto a quell'eccidio, travestito da fante e sfidando ogni giorno la morte in agguato, risale la Balcania al seguito delle retroguardie tedesche in ritirata, restituendosi alla fine a Trieste, dopo mille peripezie e sia pure «pelle e stracci», per ricominciare con il coraggio dei forti una vita, che sarà di successo pubblico e privato.

 

 

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pagine composte da Trieste