PUBBLICAZIONI NARRATIVA

Brigata Repentabor

di Giorgio Altarass

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BRIGATA REPENTABORNel racconto « Brigata Repentabor », composto tra la fine degli Anni Settanta e l'inizio degli Anni Ottanta e rimasto sinora inedito, Giorgio Altarass rappresenta la fallita azione eversiva di un gruppo di terroristi che rapiscono un onorevole triestino per imporre alla città un « nuovo assetto » turistico, ecologico e politico. Ma il tono dominante della narrazione non è drammatico e tragico, sì invece ironico, comico e parodistico: pertanto, come i congiurati sono, nel complesso, dei poveri diavoli impegnati in un'impresa troppo grande per loro e parlano in un dialetto triestino quotidiano, familiare, tipicamente antieroico, così le autorità, le forze dell'ordine e lo stesso onorevole rapito fanno per lo più una meschina figura e appaiono del tutto impari al ruolo che ricoprono. Anche lo stile immaginoso e vivacemente inventivo, insaporito da umori e inflessioni caricaturali, sottolinea efficacemente il carattere di parodia, proprio del racconto, che è molto più di un divertissement letterario occasionale e fa conoscere - come già « Il manuale dell'uomo atomico » - un nuovo, originale scrittore triestino.

Giorgio AltarassGiorgio Altarass, nato a Trieste nel 1915, studiò nel Liceo classico "Dante Alighieri" della sua città; e quindi nell'Università di Padova, dove si laureò in legge nel 1937. Dopo la promulgazione delle leggi razziali si avvicinò al sionismo e si rifugiò a Palazzolo dello Stella, dove fu in rapporto con le formazioni partigiane del Basso Friuli. Nel primo dopoguerra tornò a Trieste, e, conoscendo perfettamente la lingua inglese, fu caporedattore presso l'Allied Information Service. Tra il 1948 e il 1950 scrisse « Il manuale dell'uomo atomico », pubblicato nel '51 a Trieste e ripubblicato nel 1993 a cura di Elvio Guagnini. Dal 1949 al 1955 fu giornalista a Londra presso la BBC (sezione italiana). Nei medesimi anni collaborò a « Il Mondo » di Pannunzio, al « Corriere della Sera », a « Epoca » e a « Oggi ». Successivamente si recò a Parigi (1956-1958) in qualità di corrispondente di « Il Giorno » e del « Corriere d'Informazioni ». Nel novembre del '56 si trovò a Budapest, dove scrisse un memorabile articolo sull'insurrezione ungherese. Dal 1959 fu dirigente industriale di una società italoamericana a Milano e a Torino. Nel 1980 fece ritorno a Trieste; e qui morì nel 1984.

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