ELSA FONDA
Gioca coi fonemi fin da bambina. Si laurea in lingue e scienze politiche (con una tesi in psicologia sociale). Studia pianoforte, canto al conservatorio con Gilda Dalla Rizza, e recitazione. Entra nella compagnia di prosa della RAI a Trieste. Dopo il risciacquo a Firenze con Migliorini, Tagliavini, Fiorelli, Papini, nel ‘66 vince il concorso nazionale per annunciatrici della Radiotelevisione. Collaboratrice del M° Labroca a Venezia, nel ‘70 è trasferita a Roma.
Per trent’anni è una delle voci più belle della radio nazionale, richiesta per i programmi più prestigiosi, alcuni mandati al Premio Italia, in catalogo della Nuova Italia Editrice. Dà volto per la TV.
Nell’82 vince il primo premio alla Biennale Internazionale del Documentario. Presenta i concertisti più grandi (il più amato Rostropovich) "con una voce e una presenza di alta qualità nell‘arte rara del porgere" (Piano Time ‘86). "Cornice lussuosa" degli auditorii RAI e Santa Cecilia, Teatro dell’Opera, Quirinale, Vaticano, Teatro Sistina.
Dall’83 all’89 è docente di dizione ed educazione della voce al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.
Per il suo metodo "Strumento Voce" è richiesta da privati, enti pubblici e istituti di ricerca.
Tiene récitals in Italia e all’estero (Tripoli, Bucarest, Praga, Oslo, Bergen, Città del Messico, ecc.) sull’evoluzione della lingua e sull’uso della voce e del corpo.
È voce recitante nel '95 ne "L‘histoire de Babar" di Poulenc; nel ‘96 (ripreso nel ‘98) in "Pierino e il lupo" di Prokofiev con l’orchestra sinfonica del Teatro Verdi di Trieste; e con la Camerata Musicale di Padova ne "L ‘histoire du soldat" di Strawinkij.
Presenta sue riduzioni di "Storia di una gabbanella e del gatto che le insegnò a volare "di Luis Sepulveda, e "La radura" di Marisa Madieri, interpretando tutti i personaggi per dimostrare la magia della voce.
Ultimamente ha dato la pièce "Vorrei incatenare la mia anima per non vederla più vagabondare" dalle lettere di Elody Oblath Stuparich a Scipio Slataper (1909-1914).