ARTI FIGURATIVE

Aldo Famà

I COLORI MUSICALI

di Tino Sangiglio

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Copertina Aldo FamàMa davvero l'arte astratta è così difficile da afferrare? Eppure era abbastanza facile immaginare e comprendere che numerosi segmenti della creazione artistica di fine secolo scorso avevano già la tendenza di annullare ogni ricorso alla realtà naturale e manifestavano già chiaramente come sbocco logico ed inevitabile l'informale. Infatti tale orientamento è diventato sempre più generale e diffuso a partire dagli inizi del secolo che ancora viviamo. Sono stati gli sviluppi della pittura, e in particolare di quella francese tra la fine del secolo scorso e i primi anni del Novecento, a condurre inevitabilmente al rifiuto del soggetto, del paesaggio e di tutti quegli altri elementi che caratterizzavano in modo specifico la pittura e l'arte tradizionali e a concentrare ogni attenzione sugli stessi mezzi dell'espressione pittorica e plastica, vale a dire sulla forma e sul colore sopprimendo nel contempo, in modo definitivo e irrevocabile, ogni rapporto narrativo o descrittivo con la realtà e ogni rappresentazione del mondo esterno. Qualcuno allora ha barato cercando di ingarbugliare una matassa in se stessa chiara e quindi leggibile e comprensibile. Dato che la musica è la forma d'arte che più facilmente può venire calcolata matematicamente in teoremi proporzionali, così qualcuno ha pensato che anche la pittura è soggetta a rapporti di proporzione, per cui si è giunti a ipotizzare che la bellezza visiva possa alla fine venire anch'essa analizzata matematicamente. Si è arrivati, per conseguenza, a immaginare l'esistenza di serie numeriche di bellezza progressiva, la più perfetta delle quali è stata definita "sezione aurea ". Essa sarebbe un rapporto proporzionale, cioè una serie di termini Aldo Fama'ognuno dei quali è collegato ai precedenti ed ai successivi in modo da determinare il rapporto con il tutto in un'equazione algebrica che è stata anche quantificata. E' una formula che sembra fosse nota già al tempo degli Egizi e di sicuro lo fu ai Greci e in qualche modo discendeva dall'idea di Platone di basare ogni forma d'arte sulla purezza strutturale dei solidi geometrici regolari. Ma se da un lato è così possibile sciogliere la sibillinità del detto dei filosofi greci quando sentenziavano che la sapienza è un cubo, dall'altro tutto questo non fa che complicare un insieme di cose che per se stesso e per la sua naturale evoluzione dovrebbe essere di chiara e facile lettura, rendendolo invece ostico ed impenetrabile. Non credo di sbagliare se dico che anche le opere di Aldo Famà hanno subìto, e subiscono, da parte del colto e dell'inclita questa tagliola che nel migliore dei casi di invidia il suo sforzo e il suo lavoro. Per comprendere il significato dell'opera e dei quadri di Famà si può fare ricorso, ad esempio, alla musica, un 'altra arte sorella della pittura, alla quale tutti sono più facilmente sensibili, e immaginare ogni tela di Famà come uno spartito musicale: come il suono musicale ha immediato e diretto accesso all 'anima e vi trova subito una risonanza, così il tono cromatico della pittura s'allaccia alla mente e vi trova subito un significato, un senso. Etienne Souriau nel suo libro sulle corrispondenze delle arti non ha mancato di mostrarci che una composizione musicale può tradursi in una forma grafica che è per così dire la sua essenza, il suo marchio distintivo, una sorta di firma dell'artista. Così è esattamente nelle tele di Famà i cui colori non solo danno un sapore, direbbe Goethe, ma anche qualcosa di più preciso ed avvertibile.

Le consolazioni del silenzio - olio su tela del 1980

Le consolazioni del silenzio
olio su tela cm100x80 del 1980

La tela in Famà diviene uno spartito musicale le cui note sono i colori, e queste tele, lungi dall'essere un insieme informale inespressivo, diventano trasposizioni di toni musicali in valori visivi di pittura, perché per lui la pittura, come la musica, è una trasposizione di stati d'animo. "Ognuno sa - notava già Delacroix - che il giallo, l'arancione e il rosso instillano e rappresentano idee della contentezza, della ricchezza ". E così anche gli altri colori o nelle loro intensità più comuni o nelle loro più svariate sfumature.

E' l'affinità che esiste tra le diverse forme d'arte in genere e in modo particolare tra musica e pittura dove colore e forma si fondono in modo astratto prima per poi sfociare nella vera e propria composizione pittorica. Ed è proprio dalla relazione tra colore e forma che, come aveva intuito e attuato Kandinskil si giunge a percepire come nella forma non c'è solo diffuso colore, non c'è solo astrattezza ma un "suono interiore (...), un essere spirituale dotato di qualità... ". I colori di Aldo Famà sono le note di questa musica e il loro insieme concorre a "leggere" come nasce e come si sviluppa ogni sua tela. E per far vedere come tutto l'astratto si sciolga in una visione che può essere colta nitidamente e come riesca ad esprimere gli stati d'animo, si può stendere una sommaria esemplificazione del campionario coloristico - musicale di Famà.

Racconto interiore - olio su tela del  2000
Racconto interiore
olio su tela cm 60x50 del 2000

Il do è il rosso che è avvampo del cuore, l'appassionata tensione della presenza dell'io; il re è il giallo che apre gli orizzonti della pianura della vita, in colate biondeggianti come messi; il mi è il blu che proietta i sogni e sbriglia la fantasia nei pascoli dell'infinito; il fa è il marrone che stende la patina del raccoglimento e della meditazione; il sol è il bianco che albeggia prepotente sui sentimenti con il candore dell'innocenza e della libertà; il la è il grigio che affiora nei momenti di abbandono e di scoramento a rammentarci la pochezza e la precarietà interiore; il si è il nero che come nodo malotico impaura e annuncia i fantasmi dell'anima. La musica, in tal modo, nelle opere di Famà, si adatta alle profonde armonie della natura e dell'anima, e quindi della vita: artista, egli traccia nelle sue tele la forma immemorabile delle cose; pittore, egli le illumina nel loro colore particolare e speciale. E perviene a questa suprema armonia perché è in grado di far riunire alle arti sorelle della pittura e della musica l'altra sorella, quella più preziosa e più ritrosa, quella che meno di tutte forse si spende e si offre, la poesia. Se si procede poi in questa direzione ponendo attenzione alle altre tonalità con cui si presentano i colori più diffusi e frequenti, riusciamo ad entrare nel mondo interiore di Aldo Famà: certo non avremo tutte le chiavi del suo universo artistico ma sicuramente quelle necessarie e sufficienti per pervenire ad una comprensione non fatua od occasionale.

Ed eviteremo le secche di qualcun altro che bara come gli esegeti che per épater dimenticano le parole parche e semplici che bastano a illuminare quanto c'è da portare alla luce, come i commentatori che invece di avvicinare e quindi rendere comprensibili e godibili esperienze artistiche che hanno la loro cifra e il loro significato proprio nella "difficoltà" e nell'incantesimo dal quale occorre farle aggallare, concorrono invece a renderle inesplicabili allontanandole per sempre dal nostro patrimonio culturale che resta così orfano di acquisizioni d'inestimabile valore. E' allora la poesia un 'altra chiave per capire il mondo di Aldo Famà, quella con la quale l'artista esercita le fantasie liriche della mente e del cuore costruendo "forme viventi che rappresentano stati d'animo, situazioni, armonie, occasioni, luoghi del pensiero più che di una realtà contingente ".

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pagine composte da studioimaginis di Trieste