PUBBLICAZIONI SAGGISTICA

Pagine di letteratura
e di vita giuliana

di Irene Visintini
pubblicato nel 2013

 
Marco Menato

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Copertina «Pagine di vita e letteratura giuliana»      Pagine di letteratura e di vita giuliana di Irene Visintini è un contributo importante per lo studio della Letteratura giuliana e offre uno strumento per scandagliare e mettere a fuoco pagine della nostra letteratura molto complesse nella sua pluralità culturale e etnica.

     Irene Visintini, con la sua consueta lucidità e competenza critica, esamina la letteratura giuliana e in particolare quella triestina, raccogliendo in questo volume saggi critici su alcuni autori, saggi da lei elaborati negli ultimi vent’anni.

     La rassegna prende in considerazione con acutezza letteraria, linguistica e artistica, scrittori di fama nazionale e internazionale, ma anche autori poco conosciuti, senza mai trascurare peraltro poeti di frontiera come ad esempio Boris Pangerc della minoranza slovena triestina che nella silloge Lasseme dir postula un incontro di culture e lingue che, condividendo un territorio multietnico, “dovrebbero sempre più conoscersi e avvicinarsi”.

     Originali, vivaci e ricche di nuove testimonianza sono le pagine dedicate al rapporto tra la pittura di Umberto Veruda e la scrittura di Italo Svevo, frequentatore abituale del Circolo artistico e amico fraterno di Veruda.

     In “Claudio Magris e il suo stratificato e inquietante romanzo Alla cieca” Irene Visintini sottolinea con chiarezza tutta sua “la metafora del viaggio esistenziale, del naufragio, della deriva, tipici degli uomini di questa epoca”, presente nel romanzo.

     In “Profilo critico e attività lirica del poeta in dialetto triestino Claudio Grisancich” ben si evidenzia come C.Grisancich, con la parola in dialetto – lingua che diventa sempre più personale – crea immagini di incisiva plasticità che lo avvicinano al livello artistico di Virgilio Giotti.

     Sempre ricchi di acute e originali note critiche sono i saggi su Simone di Giani Stuparich, su L’assente di Bruno Maier, su Manlio Cecovini, Renato Ferrari, Claudio Martelli.
     Tra gli articoli dedicati a “Il mondo ebraico a Trieste” molto opportuno il risalto dato alla figura di Anita Morpurgo nei due saggi “Il laboratorio di una scrittrice ebrea dimenticata: Anita Morpurgo” e “Giorgio Voghera ricorda Anita Morpurgo. Intervista di Irene Visintini”.

     Di non minor valore risultano i saggi su Giorgio Voghera, Alma Morpurgo e Anna Curiel Fano.

     Nella sezione “Scrittura femminile triestina” emerge lo studio intitolato “Susanna Tamaro: idea della vita tra favola e angoscia”, studio che coglie l’intima essenza delle opere dell’autrice sottolineando la “creatività visionaria e allucinata ...” e la capacità “di programmare anche le sue incursioni negli spiragli oscuri dell’animo umano”, però “in un’atmosfera di favola e fantasia”.

     Di notevole interesse e utilità sono i saggi su Lalla Kezich, Liliana Gregorin, Mariuccia Coretti, Adriana Carisi.

     Nel capitolo “Altre voci giuliane” Irene Visintini, oltre a Boris Pangerc ricorda Fulvio Tomizza con le sue pagine autobiografiche nel romanzo Il male viene dal Nord, nonché il particolare romanzo a due voci Bora di Anna Maria Mori e Nelida Milani, romanzo che la Visintini definisce “libro sofferto e drammatico che induce a riflettere su due visioni della storia” solo “apparentemente diverse”, quella dei “rimasti” e quella dei “partiti”.

 

Livia de Savorgnani Zanmarchi

     Irene Visintini è nata e risiede a Trieste. Si è laureata presso la Facoltà di Lettere della sua città con una tesi sul rapporto epistolare tra Italo Svevo e la moglie Livia Veneziani (e altri corrispondenti, amici, scrittori, tra cui Joyce, Montale, ecc...). Ha insegnato in vari istituti di istruzione secondaria; ha tenuto corsi universitari di «Letteratura italiana con particolare riguardo agli autori istriani» presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Pola (Dipartimento di Italianistica). Si dedica all'attività critica, saggistica e pubblicistica, interessandosi della letteratura italiana del Novecento e, in particolare, della letteratura giuliana. Collabora a note riviste e ha pubblicato, tra l'altro, Le lettere a Livia Veneziani a Italo Svevo (Bolzano, 1980), il libro di Studi sveviani 1978 - 1979 (Napoli, Federico & Ardia, 1983), una traduzione settecentesca inedita della tragedia Ecerinis di Alberto Mussato (Roma, Palombi, 1986) e vari saggi e recensioni.

     Lavora, da oltre un ventennio, nell'ambito dell'Università Popolare di Trieste, come critico letterario per promuovere e valorizzare la creatività della minoranza italiana in Istria, di Fiume e della Dalmazia. Numerose le sue pubblicazioni su tali argomenti.

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